Ambiente Diritti Uguaglianza

Morire di lavoro

La cronaca di questi giorni riporta alla ribalta una piaga mai sopita in Italia: le morti sul lavoro. Tra queste ha avuto forte impatto mediatico quella di Luana D’Orazio, ventiduenne di Prato, che ha perso la vita straziata da un macchinario in una delle tante industrie tessili della zona.

Neppure la pandemia, seppure abbia costretto purtroppo molte persone alla cassa integrazione o alla chiusura forzata della propria attività, è riuscita a piegare un trend che percentualmente continua a essere in crescita.

Anzi oggi, oltre a tutte le altre cause di morte “per lavoro”, si va ad aggiungere anche una parte consistente di morti causate da Covid contratto proprio lavorando.

Le cause sono diverse: impianti vecchi e pericolosi, mancanza del rispetto delle norme di sicurezza, controlli troppo carenti ma, soprattutto, una mancanza cronica di una cultura della sicurezza sia da parte degli imprenditori sia, troppo spesso, anche da parte dei lavoratori.

La situazione di precarietà, da un lato, costringe sempre più persone ad accettare dei rischi pur di lavorare o non perdere il proprio posto di lavoro. 

Il costo della sicurezza, dall’altro, mette spesso in difficoltà gli imprenditori nel far fronte agli investimenti necessari per rendere sicuri i posti di lavoro, anche a discapito della salute. Sino ad arrivare a chi, senza alcuno scrupolo, pone deliberatamente i proprio lavoratori in condizione di pericolo.

Adu Vda è convinta che il lavoro, come recita la nostra Costituzione, sia un diritto primario, così come lo è altresì la salute.

Crediamo che il Recovery fund anche in questo senso dovrebbe, e potrebbe, essere uno strumento unico (nonché irripetibile) per mettere in campo risorse per agevolare l’implementazione su molti posti di lavoro di una tutela della salute fattiva.

Questi ultimi mesi ci hanno ricordato brutalmente quanto sia il lavoro sia la salute siano importanti… abbiamo il dovere di fare in modo che questi due elementi si coniughino sempre più strettamente.

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