
Avevamo fin da subito evidenziato il carattere discriminatorio e l’illegittimità del bando affitti assunto da
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Le “Stonewall riots”, le sommosse avvenute nel celebre locale newyorkese nell’estate del 1969, hanno manifestato l’urgenza, da parte delle
Dopo Marche, Umbria e Abruzzo, ora anche dalla Regione Piemonte arriva un attacco alla legge
Il bilancio dell’assessore alla Sanità Roberto Barmasse è decisamente negativo. Le responsabilità di chi lo
Il diritto di voto è stata una conquista sanguinosa, ma esaltante. In seguito alla lotta
Domenica 30 maggio l’Assemblea di Adu Vda si è ritrovata, finalmente, in presenza. In questi
«È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per
“I posti disponibili per l’Astraday del 02 giugno sono esauriti. L’Azienda USL della Valle d’Aosta
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare
Nemmeno il tempo di rabberciare la maggioranza, caduta su di un ospedale rattoppato, ed ecco
Oggi, la Lega braccianti incrocerà le braccia, per lo Sciopero degli invisibili, scendendo in piazza
Il 17 maggio 1990 l’OMS finalmente cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Quattordici anni
VDA Aperta, come hanno dichiarato i Consiglieri di ADGA Boccazzi e Foti in occasione del Consiglio comunale straordinario, ribadisce il NO all’ampliamento dell’ospedale Parini con annessa area megalitica e rattoppo dell’esistente in centro ad Aosta.
Non ci convince né il Sindaco Nuti che sostiene che rispetto a quest’opera "nel 2020 la strada già era segnata e da lì indietro non era possibile tornare", né chi, dopo aver attaccato nei giorni scorsi il PD, oggi rivendica la sua coerenza, ma dice che adesso è troppo tardi per tornare indietro.
Come ben rappresentato dal presidente di SIV, Fabiani, ad oggi non si conoscono ancora i tempi e i costi, sono necessari approfondimenti per spostare il traffico e migliorare la viabilità, ma si continua a "tirare dritto" verso la realizzazione di un ospedale rattoppato in una zona ipercongestionata. Assisteremo infatti all’inizio dei disagi per i cittadini di Aosta. I primi cantieri per gli scavi e la realizzazione delle centrali, che precisiamo essere solo preliminare ai veri lavori di ampliamento del Parini, prevedono l’allestimento di "minicantieri", tagli di alberi, modifica dell’illuminazione pubblica e la chiusura temporanea di viale Ginevra, via Saint Martin de Corléans e via Chaligne. Dal Consiglio regionale scorso abbiamo invece appreso che grazie ad una variante non è più previsto il trasferimento delle camere mortuarie al cimitero di Aosta, mentre ieri in Consiglio comunale abbiamo scoperto che si è tornati indietro anche rispetto allo spostamento del depuratore e che, secondo le prescrizioni di ARPA, l’elisuperficie potrà servire solo per l’atterraggio di un elicottero al giorno a fronte di addetti alla sicurezza che dovranno presidiare l’area 24h su 24 (dati questi che approfondiremo). L’unica certezza insomma è che nel prossimo bilancio regionale sono previsti 190 milioni di euro per un ampliamento che non farà avere alla nostra regione un unico presidio ospedaliero moderno ed efficiente come richiesto dagli operatori sanitari e da chi sostiene la sanità pubblica.
Valle d’Aosta Aperta continua a credere che non è troppo tardi per tornare indietro rispetto a questa scelta anacronistica.
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Come si dice in patois “Non c’ero e se c&rsq#leBreuilr#cerviniau#michelbondzor#C#continuonslecombatz#ADU##ambientes#diritti #uguaglianzat#valledaostau#aostaa#buonapoliticat#politicavdao#aduvdaica #politicavda #aduvda … Leggi tuttoLeggi di meno
Fin dalla nascita di Valle d’Aosta Aperta, avvenuta oltre un anno fa, abbiamo sempre dichiarato che avremmo portato la nostra voce all’interno delle Istituzioni tutte, ed è così che stiamo facendo, nei Comuni, in Consiglio regionale, nel Parlamento nazionale e in quello europeo.
Il nostro è sempre stato un lavoro di squadra, di condivisione e di partecipazione, una voce totalmente libera che opera per migliorare le politiche riferite alla nostra Regione e non solo.
Ed ecco perché, anche per quest’anno, abbiamo preparato una serie di emendamentiNicola FratoiannibMarco Grimaldi – Alleanza Verdi Sinistraianni Marco Grimaldi – Alleanza Verdi Sinistra
L’equiparazione delle pensioni dei dipendenti dei Corpi forestali delle Regioni a Statuto speciale a quelle delle altre forze di polizia, l’equiparazione delle pensioni del Corpo Regionale dei VVF a quello del Corpo Nazionale, il rifinanziamento del fondo contro la violenza e la discriminazione diElisa Tripodiuito grazie ad un emendamento dell’onorevole Elisa Tripodi nella legge di bilancio del 2021, la riapertura della linea ferroviaria Aosta- Pré-Saint-Didier, un finanziamento per la messa in sicurezza del traforo del Gran San Bernardo, IVA agevolata per gli interventi di messa in sicurezza del nostro territorio e il riconoscimento di lavoro usurante per i lavoratori degli impianti a fune.
Auspichiamo che in caso di ammissibilità, questi emendamenti vengano sostenuti con forza dalla senatrice Nicoletta Spelgatti e dall’onorevole Franco Manes.
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Nicola Fratoianni è stato riconfermato segretaSinistra ItalianataNichi VendolaVendola è stato eletto nuovo Presidente; la strada intrapresa dell’alleanza con i Verdi e del dialogo con le forze progressiste sta dando buoni frutti.
Per combattere queste destre illiberali e classiste è necessario mettere insieme le forze, è necessario un dialogo al rialzo, sui diritti di tutte e di tutti, civili e sociali sulla tutela dell’ambiente, sul futuro.
Noi ci siamo e sappiamo di poter contare, #Si e la Valle d’Aosta che vorremmo, suMarco Grimaldi – Alleanza Verdi Sinistrare su Marco Grimaldi – Alleanza Verdi Sinistra, deputato piemontese che porta avanti le nostre lotte.
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La giornata del 25 novembre racchiude diversi ed importanti significati, oltre ad essere una mobilitazione molto partecipata che attraversa tutto il paese e non solo.
Nonostante i tantissimi interventi normativi che si sono susseguiti negli ultimi anni, in Italia le donne continuano ad essere vittime di violenze e uccise, la maggior parte delle volte nel contesto familiare: purtroppo questo inquietante dato evidenzia l’inadeguatezza delle politiche antiviolenza adottate.
La triste e dura realtà dei fatti, visto anche che questo fenomeno, se così si può chiamare, è da anni strutturale ed endemico della nostra società, è lo scarsissimo spazio che la legislazione riserva alla prevenzione.
Nonostante i tanti proclami della politica, nonostante le nuovissime norme approvate, quello a cui assistiamo è un taglio drastico alle risorse per la prevenzione della violenza contro le donne da parte del governo a guida Meloni. Non solo, si continua a lavorare sulle pene senza prevedere assolutamente nulla riguardo la promozione dei cambiamenti culturali, necessari per combattere la subcultura machista ancora molto predominante.
Un paese che non investe nella cultura del rispetto, nei diritti, che non combatte le disuguaglianze, è un paese che non vedrà mai diminuire i numeri delle violenze, dei maltrattamenti e degli atti persecutori.
Il Consiglio regionale, l’organo rappresentativo della comunità valdostana, di questi tempi purtroppo non fa che dimostrare quanto si debba ancora fare sul piano culturale visto che in quell’aula c’è chi pensa che i femminicidi non si possano ricondurre a uomini «figli di una società patriarcale che, invece, ha dato intere generazioni di uomini forti e stabili», parla di istinti di sopraffazione Sinistra Italiana vota mozioni che chiedono il rispetto delle donne.
Abbiamo per questo condiviso con Sinistra Italiana un emendamento alla finanziaria nazionale per garantire le attività di promozione della libertà femminile e di genere e le attività di prevenzione e contrasto delle forme di violenza e discriminazione fondate sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere.
Noi oggi saremo nelle piazze per fare rumore, per Giulia e per tutte le donne che sono state ammazzate per mano di un uomo.
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E ora chi glielo dice ai consiglieri leghisti, che ieri hanno inveito (con severo e maschio cipiglio) contro di noi in #ConsVda perché abbiamo citato la struggente poesia di Cristina Torres Cáceres, che uno stralcio della stessa poesia è stata pubblicato sul profilo della Polizia di Stato?
Oltre a non aver chia#patriarcatozione di #patriarcato, i consiglieri stanno prendendo una cantonata dopo l’altra, dal fondo della loro caverna.
(Che poi il post della Polizia abbia giustamente attirato la rabbia delle tantissime donne che non sono state cre#distruggitutton altro discorso)
#distruggitutto
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Non che nutrissimo grandi speranze, ma il dibattito in consiglio regionale sui femminicidi ha toccato nuove vette.
Dopo aver invocato il ritorno del #maschioalfa e del #patriarcato come modello, alcuni consiglieri dovrebbero restare nelle loro caverne, o al limite nell’aula consiliare, anziché partecipare a manifestazioni o presidi per Giulia Cecchettin. Non è una veglia funebre, è “distruggere tutto”.
Soprattutto il patriarcato e la mascolini#ConsVda; tossica che oggi abbiamo sentito in #ConsVda.
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Il Governo Meloni nasconde la sua incapacità rispetto alla crisi economica sfornando nuovi "pacchetti sicurezza".
Per non parlare di una legge finanziaria che premia banche e multinazionali e castiga lavoratori e precari, la maggioranza inventa nuove emergenze e nuovi reati.
Con uno slogan: Meno diritti e più armi e galera per tutt*.
Con l’ultimo ed ennesimo decreto, il Governo mischia provvedimenti sensati ad altri retorici e punitivi. Tra le perle evidenziamo:
ARMI AI POLIZIOTTI. Agli appartenenti alle forze dell’ordine sarà consentito portare fuori servizio armi private, non di ordinanza. Più armi nella società – e in famiglia … – vogliono dire aumentare il rischio di gravi incidenti e reati.
IL NUOVO REATO di RIVOLTA organizzata all’interno della struttura di trattenimento per migranti irregolari, con pene che vanno da 1 a 6 anni. La solidarietà con chi viene privato della libertà, senza aver commesso un reato, diventa invece un reato. Un folle paradosso.
GRAVIDANZE E CARCERI.
Il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza non sarà più obbligatorio ma valutato dal giudice. Il governo, più che tutelare la maternità, sembra interessato ad imprigionarla
BLOCCO STRADALE. Non sarà più un illecito amministrativo, ma un reato punito con una pena da sei mesi a due anni. E così mandiamo in prigione i ragazzi del FFF e gli operai che protestano per sicurezza e lavoro.
Il diritto penale come arma di distrazione per le masse impoverite è un avvertimento per chi ancora resiste.
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Il coinvolgimento del Consiglio regionale nella presentazione dell’ultimo libro di Gianluigi Paragone è grave.
L’unionista Aurelio Marguerettaz spesso dimentica la Gauche e guarda a Droite, ma la sua presentazione del libro, come Vice Presidente del Consiglio, impegna la massima istituzione valdostana.
Paragone, già leader del movimento anti europeista Italexit, è il promotore di idee NO Vax, al limite del complottismo. Idee diffuse anche nella nostra Regione, come dimostrato dai recenti manifesti comparsi ad Aosta, che mettevano insieme scie chimiche, vaccini, Papi e Gender, oltre a complotti di Davos per imporre alla città di Aosta la ciclabile.
La Valle d’Aosta ha una tradizione federalista ed europeista: cosa può condividere con un personaggio che nelle sue liste ha ospitato i fascisti del terzo millennio di Casa Pound?
Gli autonomisti hanno molti difetti, ma speravamo di evitare la simpatia per quell’estrema destra che vorrebbe distruggere il progetto, sicuramente migliorabile, di un’Europa unita.
In gioco non ci sono solo i soldi dei contribuenti, ma la nostra idea di democrazia.
Ancora più grave è il silenzio del Presidente Bertin. Assistiamo ad una spartizione dei patrocini? A Bertin hanno appaltato antimafia e Catalogna, mentre Marguerettaz si diletta con il peggiore populismo?
Non siamo contrari alla presentazione del libro di un personaggio discutibile, ma al fatto che il Consiglio regionale, l’organo che dovrebbe rappresentare tutti i valdostani, se ne faccia simbolicamente carico.
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Non basta dire alle donne “fate attenzione”.
Non basta dire “educate i maschi”.
Non basta inasprire le pene (anche se la certezza delle stesse un po’ aiuterebbe).
Non bastano soluzioni puntuali ad un problema sistemico.
Il possesso, la competizione, lo stigma del fallimento, della debolezza, addirittura dell’introspezione intossicano la nostra vita. Un governo che non firma la ratifica del trattato di Istanbul, che vaneggia di castrazioni chimiche, che il 26 novembre si assolverà per aver compiuto il proprio dovere, con a capo una premier che ricorda che se sei donna devi avere le antenne dritte costantemente è parte del problema e palesemente inadeguato a guidare la rivoluzione culturale della quale abbiamo disperatamente bisogno.
Sono troppe quelle che non sono tornate a casa, il momento di distruggere tutto è oggi.
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Oggi siamo al fianco di chi sciopera per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente.
Non si può precettare la democrazia.
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Il Governo che va avanti a colpi di decreto (in continuità con gli altri, esautorando sempre più il ruolo del Parlamento) ne ha infilata un’altra.
Apprendiamo da una nota dell’ISDE (associazione medici per l’ambiente)che il Governo ha approvato un emendamento, all’interno del ddl Concorrenza discusso presso la Commissione Industria del Senato, “che aumenta le soglie elettromagnetiche per la popolazione nella banda delle radiofrequenze/microonde. Si passerebbe, dagli attuali 6 V/m a 15 V/m, un valore di campo elettrico che non trova alcun riscontro scientifico, ma solo ragioni di natura economica”. La soglia era già stata portata a 6V/m nel 2012 con il parere contrario delle Agenzie ambientali e critiche dallo stesso ministero della salute per le zone densamente abitate. Inoltre questi decreti consentono la misurazione sia del 6 V/m che del 15 V/m su un intervallo di 24 h mentre gli scienziati indipendenti dicono che devono essere misurato su un intervallo di 6 minuti che è l’intervallo all’interno del quale le cellule riescono a disperdere gli effetti dannosi, a cui sono sottoposte con l’irradiazione elettromagnetica.
Sempre l’ISDE afferma che: “Le evidenze scientifiche indipendenti prive di conflitti di interesse, annoverano migliaia di pubblicazioni in cui si evidenziano importanti criticità che vanno ben al di là degli effetti termici acuti e a breve termine. Nella vita quotidiana prevalgono gli effetti cronici: un aumento dei parametri di esposizione comporterebbe un incremento del rischio delle patologie associate allo stress ossidativo e alla riduzione della fertilità maschile e femminile, delle patologie neurodegenerative e tumorali nonché dei casi di elettrosensibilità”.
Siamo al fianco dell’ISDE che conclude: “Sul piano etico non è possibile fare ulteriori passi indietro sul Principio di Precauzione: va rifiutata e contrastata con gli strumenti della scienza ogni ipotesi normativa che, per favorire determinati portatori di interesse, vada a mettere a rischio la salute delle persone”.
Ancora una volta, in nome del profitto immediato e per pochi, si calpestano senza scrupoli il diritto alla salute, e si compromette il futuro di tutte e tutti
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Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi, per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani e della libertà per tutt*, e il premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero a Mahsa Jina Amini sono segnali importanti.
Il movimento “Donna, vita, libertà” continua ad avere bisogno del nostro sostegno. Soprattutto in questi tempi drammatici di guerra, in cui il nazionalismo soffoca le differenze e gli altri conflitti.
In Iran, le donne continuano ad essere imprigionate, discriminate ed uccise: Mahsa Amini ed ora Armita Garavand, ragazza di 16 anni piccchiata a morte dalla polizia morale.
Con forza chiediamo la liberazione della premio Nobel Narges Mohammadi: attivista e giornalista iraniana attualmente detenuta nel famigerato carcere di Evin, a Teheran, arrestata tredici volte e condannata in cinque occasioni, anche a 154 frustate, sta scontando 31 anni di carcere per diffusione “di messaggi propagandistici che danneggiano la repubblica islamica”.
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Raccogliamo con interesse la risposta dei Giovani Democratici Valle d’Aosta al nostro appello all’agrave; dei progressisti, partendo dalle scelte concrete, come quella sull’impia#CimeBiancheBianche.
Insieme a loro, ribadiamo che l’unico emendamento possibile al DEFR resta quello di stralciare la realizzazione del collegamento. Ulteriori rinvii ad una fantasmagorica centralità del Consiglio rischiano solo di #PDe tempo al #PD dei cinici adulti di tirare a campare e a Monte Rosa Ski di proseguire con l’iter di realizzazione, portando avanti la Valutazione d’Impatto Ambientale. Il progetto di fattibilità tecnico economico fornisce ogni dato disponibile per l’unica decisione sensata: la rinuncia ad una mega opera che si pone in contrasto con il diritto, l’economi#gdvdaambiente.
Ai #GDvda chiediamo, però, come pensano di dare concretezza al loro appello: intendono aprire un reale dibattito all’interno del partito o la loro è un’uscita mediatica per compensare la pochezza del partito dei grandi?
Le immagini del ghiacciaio devastato per una gara di sci, nel silenzio dei vostri consiglieri regionali, ci dicono che i giovani non hanno più il tempo di aspettare.
Vi aspettiamo su altre questioni come l’approvazione della legge contro l’omobitransfobia – che giace nei cassetti del Consiglio, prima bloccata dalla Lega e poi da Padovani –, la previsione di una legge elettorale che preveda subito, come nel resto della Repubblica, la doppia preferenza di genere e una reazione al crollo della sanità valdostana.
Siamo disponibili, fin d’ora, ad incontrarvi per coordinare gli sforzi per cambiare la linea, fallimentare, di questa maggioranza regionale.
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Alleanza Verdi Sinistra AVS ha depositato in Parlamento un’interrogazione a risposta scritta, con primo firmatario il nostro compagno Marco Grimaldi, per avere una risposta rispetto allo scempio delle ruspe sul ghiacciaio, per preparare la pista della gara Zermatt Cervinia. In tempi di crisi climatica, quest’attività è comunque sciagurata, ma è comunque importante capire se la legge sia stata rispettata. Nel primo commento il testo dell’interrogazione. … Leggi tuttoLeggi di meno
Il terrorismo di Hamas non può essere sconfitto dai crimini contro l’umanità del fascista governo israeliano.
Serve una tregua: la fine dei bombardamenti e del lancio di razzi, il rilascio degli ostaggi, la fine della punizione collettiva sui palestinesi, l’apertura delle frontiere di Gaza e della fornitura di beni essenziali, la fine del blocco terrestre, aereo e marittimo di Gaza.
Sono già migliaia le vittime civili da entrambe le parti e la situazione umanitaria è drammatica.
A 75 anni dalla proclamazione dello Stato di Israele, non dobbiamo rimanere intrappolati nella logica di buoni e cattivi, ma andare alle vere ragioni del conflitto, perché se la storia serve a qualcosa è proprio per analizzare e capire meglio.
Serve una risposta forte dell’Unione Europea che sostenga l’ONU e che chieda il rispetto del diritto internazionale e quindi giustizia e dignità per entrambi i popoli. Con le parole di Guterres, segretario dell’ONU: “È ora di porre fine a questo circolo vizioso di spargimenti di sangue, odio e polarizzazione". Serve, soprattutto, la lucidità di uscire dalla logica danno vs. vendetta perché è illogica e, chiaramente, ciclica.
Gli orribili e ingiustificati attacchi del 7 ottobre "non sono avvenuti dal nulla": coltivare nei decenni rabbia, miseria, violenza e repressione, limitazione delle libertà e dei diritti di milioni di persone, non porta alla pace e alla sicurezza, al contrario nutre la barbarie, la violenza; e continuerà a farlo, nei secoli dei secoli, se il ragionamento e l’analisi non si sposteranno altrove.
Il massacro del nemico – il reciproco genocidio – obiettivo comune di Netanyahu e di Hamas, non è la soluzione.
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L’abisso culturale, evidente, nel quale viviamo trova sempre sponde fertili nella politica, quella istituzionale, a qualsiasi grado di importanza. A fronte di un gesto che di goliardico non ha nulla – ovvero, mettere scritte offensive e sessiste su una delle auto dei coscritti – le due consigliere di PCP hanno proposto una mozione con fini educativi (di semplice rispetto, verrebbe da dire) nei confronti delle giovani generazioni: il compito sano, ovvero, della politica, quello per il quale la politica è nata. L’occasione poteva essere ottima: aprire un dibattito locale serio sulla subcultura dello stupro che è sempre più normalizzata e tollerata (persino giustificata), e sul rapporto con l’altra subcultura, che particolarmente in Valle d’Aosta fa danni evidenti, quella dell’alcool. Mentre in Islanda le donne proclamano sciopero nazionale per la parità di genere, in ogni campo, in Valle d’Aosta ci si sarebbe potuti accontentare di un’occasione di responsabilizzare i/le giovani rispetto ai comportamenti a rischio, senza l’intenzione di riferirsi a tali, gravi episodi, in ottica repressiva o sanzionatoria ma con la necessità di smontare il concetto di divertimento legato a una visione violenta e sopraffattoria del rapporto fra maschi e femmine. Si sarebbe potuto dare un senso alle aule del Consiglio regionale e riflettere e far riflettere sul pericolo che la tolleranza rispetto a certi linguaggi finisca col sottovalutare lo stravolgimento in senso sessista della festa; poteva essere un’occasione. Invece. Dallo streaming non abbiamo potuto vedere le faccette e le gomitate, ma gli interventi, o la loro completa mancanza, sono stati eloquenti. E se del mansplaining dell’assessore non ci stupiamo, continuiamo ad indignarci per il silenzio dei componenti del PD e affini, silenti e astenuti. E ci stupiamo, dolorosamente, della totale assenza di responsabilità educativa della politica, quella votata per stare in quelle stanze e migliorare la vita delle persone. Di tutte. … Leggi tuttoLeggi di meno
Il Documento di Economia e Finanza Regionale che dovrà essere votato in #ConsVda prevede "L’avvio dell’iter autorizzativo di fattibilità tecnico economica per il collegamento intervallivo #CimeBianche", un intervento che causerà una spesa a carico dei contribuenti di oltre 150 milioni di euro, oltre alla distruzione di un luogo unico.
Due righe in un documento di centinaia di pagine, con cui Testolin e Bertschy vogliono chiudere ogni confronto democratico.
Avevamo ragione noi di ADU: l’approvazione del primo DEFR del 2020, con i voti essenziali di Bertin e Minelli, non aprì un civile confronto sull’opportunità di realizzare il mega impianto di Cime Bianche, ma liberò gli spiriti animali della speculazione edilizia e del peggiore estrattivismo ambientale.
L’unico emendamento possibile, ieri e oggi, resta quello di stralciare dal documento la realizzazione del collegamento.
Le recenti immagini del ghiacciaio stuprato dalle ruspe svizzere, per una gara non solo fuori stagione, ma fuori dal tempo della crisi climatica, dovrebbero far desistere tutti da questa follia.
Chi vota il DEFR, vota per la realizzazione della mega funivia. Non c’è più ambiguità.
Questa, però, può essere l’occasione per un ripensamento, che porti ad una vera riorganizzazione dell’alternativa progressista. Partire dai programmi, per fare come in Spagna e in Polonia.
Al Partito Democratico Valle d’Aosta diciamo di ascoltare Elly Schlein: fate la vostra parte, per la giustizia ambientale.
A Andrea Padovani chiediamo di essere coerente con gli impegni assunti con gli elettori o in alternativa di liberare i poveri Marx e Guevara dalla sua bacheca social.
A Alberto Bertin diciamo, semplicemente, che siamo d’accordo con lui. Con il Bertin del 2017 che scriveva «I cosiddetti collegamenti intervallivi (Cime Bianche e Cogne) sono interventi discutibili per il grande impatto ambientale e finanziario che comportano. In più occasioni ho già detto come la penso. Complessivamente i due impianti costerebbero quasi 150 milioni di euro. Nessun pregiudizio ma non credo si debbano o si possano finanziare con denaro pubblico delle grandi opere come queste. In questo momento le priorità sono altre».
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Mimmo Lucano condannato a soli 1 anno e 3 mesi, con la condizionale. Smontate, dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, tutte le accuse più pesanti e gravi: dall’associazione a delinquere, al peculato, alla truffa ai danni dello Stato. Sembra quasi persino grottesco pensare che l’unico crimine imputatogli, l’abuso di ufficio, sia proprio quello che la Destra ha più volte ribadito dover essere riformato (se non addirittura cancellato).
13 anni e 2 mesi di condanna inflitti in primo grado cancellati; anzi, completamente demoliti da una decisione che ristabilisce la verità sulla figura dell’ex sindaco di Riace e su 17 altri imputati, completamente assolti.
Chiaramente, è una vittoria parziale: perché sì, viene stabilita la non colpevolezza di un uomo che nel tempo è diventato un simbolo, ma non rianima di certo quel sistema di accoglienza che aveva creato a Riace, diventato un modello (apprezzato anche e soprattutto all’estero) seppur con le sue imperfezioni. Quell’utopia, che a Riace era cominciata con un veliero e con un vento propizio, non esiste più, distrutta e demolita da un accanimento ingiustificato e spietato. L’accoglienza e l’integrazione erano gli unici obiettivi di Lucano, che li ha realizzati nonostante le difficoltà e le avversità di una terra non semplice.
Mimmo Lucano ha vinto, è ristabilita la verità; ma Riace non esiste più.
Il vento che ha condotto quel veliero sulle spiagge di Riace – quel vento che non si può fermare neanche con il più alto dei muri – riporta, oggi, il valore – alto, altissimo – della solidarietà, dell’aiuto, dell’accoglienza: che mai e poi mai può – e deve – essere criminalizzata, perché è alla base del diritto, è alla base di uno stato civile, è alla base della morale e dell’etica di un intero popolo.
È stato il vento, anni fa. È stato il vento, anche adesso.
Sarà, di nuovo, il vento.
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Hanno sbagliato tutto: propaganda, accordi coi dittatori, immaginifici blocchi navali e concreta distruzione del sistema di accoglienza SPRAR. Meloni e la Presidente della Commissione europea Von der Leyen continuano a proporre ricette fallimentari come i respingimenti in mare, l’aumento delle espulsioni e l’esternalizzazione delle frontiere.
La Lega è drammaticamente ridicola, quando accusa la Repubblica Federale Tedesca di invaderci con i migranti salvati dalle ONG, considerando che l’Italia ha la metà dei richiedenti asilo della Germania, rispetto alla popolazione residente.
L’ emergenza crea i mostri del diritto speciale, potenzialmente applicabile anche ad altre categorie di persone:
nuovi Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), in cui rinchiudere, in condizioni pessime, persone che non hanno commesso reati e
estensione della detenzione amministrativa fino a 18 mesi.
Una cauzione – elemento d’importazione americana, estraneo al nostro sistema di diritto – per evitare la detenzione da parte dei richidenti asilo, provenienti da paesi così detti "sicuri"(come la Nigeria o la Tunisia). Per il Governo, la libertà di una persona vale 4938 euro.
Scelte disumane, costose e fallimentari, dato che in media solo il 50% dei rimpatri avvengono effettivamente.
Provvedimenti illeggittimi, come dimostrato dalla recente sentenza della giudice di Catania che ha già bocciato una richiesta di trattenimento in base al nuovo sistema della cauzione. Il diritto di asilo e la privazione della libertà, vanno valutate rispetto alle singole e concrete situazioni della persona.
La reazione scomposta e rabbiosa della destra, da Meloni/ Salvini fino ai loro media amici, contro la magistratura è gravissima, sintomo di un’evidente incompatibilità ideologica rispetto alla regole costituzionali del diritto.
Siamo al fianco della società civile che chiede un’ Europa aperta, che fornisca percorsi sicuri e legali e condizioni di accoglienza dignitose, nel rispetto delle leggi internazionali e della Costituzione che tutelano il diritto d’asilo.
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Tornano in tante città italiane i Fridays for Future con lo Sciopero del Clima e lo fanno con parole molto chiare e nette: "La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua a investire ampiamente. Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica, è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica”. Col piano Mattei "il governo vincola il paese al fossile e lo condanna a eventi estremi sempre più frequenti e intensi" e ancora “è emblematico che, con l’attuale governo, si siano inasprite le misure repressive nei confronti di chi oggi manifesta pacificamente e resiste praticando la disobbedienza civile".
Attiviste e attivisti per il clima non fanno altro che metterci davanti alla devastazione attuale, e a dirci che dobbiamo reagire tutte e tutti insieme; ci chiediamo che accoglienza riserverà loro questo governo negazionista e repressivo. Noi saremo sempre al fianco di chi lotta per il futuro di tutte e tutti.
#FFF #fridaysforfuture #clima #negazionismo #continuonslecombat #adu #ambiente #diritti #uguaglianza #valledaosta #aosta #buonapolitica #politicavda #aduvda
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‼️ CONDANNIAMO IL BRUTALE USO DELLA FORZA DI STATO ALLA MANIFESTAZIONE DI IERI 3/10/2023 A TORINO ‼️
Ieri alcune realtà studentesche, movimenti e organizzazioni hanno sfilato in corteo contro la presenza di Giorgia Meloni a Torino.
Nonostante un comportamento pacifico dei manifestanti, lə studenti sono statə manganellatə con forza più volte, in diversi punti della città.
Il presidente del consiglio, interpellato sulla questione ha definito la risposta delle FDO "perfettamente normale" e per spostare l’attenzione mediatica ha accusato i centri sociali, come se essi non avessero diritto di manifestare senza subire violenza.
Una dichiarazione gravissima, in contemporanea alla visita in pronto soccorso di studentə medi dei licei per ferite alla testa.
Troviamo inammissibile questa continua risposta violenta alle proteste nella nostra città e regione.
Per chi manifesta a Torino è diventata ormai la normalità temere di incorrere nella violenza delle forze dell’ordine, quando in una democrazia il dissenso dovrebbe essere rispettato.
Pretendiamo il codice alfanumerico su caschi e divise, in quanto in situazioni così gravi sono di estrema necessità. Siamo uno dei pochi Paesi in Europa a non averli ancora.
Come UGS Piemonte e ADU Zeta condanniamo questo comportamento e queste dichiarazioni e siamo a fianco di tuttə le studentə in piazza, dando loro tutta la nostra solidarietà.
#torino #governomeloni #aduzeta #ugspiemonte
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Che il ministro #Valditara e il governo Meloni tutto soffrissero di una grave forma allergica alla storia, all&#antifascismoscismo e ai valori #Costituzioneuzione repubblicana lo avevamo capito da tempo.
Ma adesso stanno esagerando anche per i loro standard.
Le attività dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI nelle scuole (concorsi, lezioni, incontri su Resistenza e Costituzione) sono un patrimonio etico, civile e formativo per studenti e studentesse e per il lavoro dei docenti. E per di più senza oneri per il ministero.
Pertanto Sinistra Italiana presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro, per avere lumi a proposito del mancato rinnovo, da parte del Ministero, dell’accordo con l’Associazione per svolgere lezioni nelle scuole.
Intanto tutti noi ringraziamo l’ANPI per il lavoro, grande e prezioso, che ha fatto e farà con le scuole italiane. E ci domandiamo, a fronte anche dei problemi che sta incontrando la rete degli Istituti storici della Resistenza di tutta l’Italia, quale messaggio voglia trasmettere il ministro agli studenti sulla storia del ‘900, in particolare della Resistenza.
Fa così paura ricordare che sono stati i partigiani a restituire dig#aduvdaa#aostal#continuonslecombats#ADUI#ambienteo#valledaostao#politicavdaa#uguaglianzat#buonapolitica #diritti?
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A Pontida un bizzarro militante leghista brianzolo, mitologico quasi quanto Alberto da Giussano, si è presentato con un foglio sulle spalle con la scritta: "Blocco navale subito! Cedere Lampedusa all’Africa".
"Cosa ha fatto l’Italia con la Dalmazia e l’Istria?", ha provato pure a spiegare, sottolineando che la sua non era una provocazione, ma una vera richiesta per risolvere il problema degli esponenziali flussi migratori.
Tralasciando i commenti sulle menti leghiste possedute dagli alieni, non c’è da stupirsi più di tanto: nemmeno il giuramento di Pontida sembra essere storicamente fondato, non compare sui documenti dell’epoca, la sua prima menzione è di circa tre secoli e mezzo dopo la data tradizionale del 7 aprile 1167; la farlocchitudine è di casa da quelle parti.
L’eco di questo siparietto è rimbalzata immediatamente a Lampedusa, dove gli isolani, già provati dalla drammatica realtà, si sono arrabbiati parecchio. Ma ecco che arriva il vice sindaco delle isole Pelagie, Attilio Lucia, leghista, con la panacea di tutti i mali: invochiamo il Capitano!
E afferma: "Dopo tutto quello che abbiamo e stiamo ancora passando, portando a Lampedusa anche il premier Giorgia Meloni e il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affinché si trovasse veramente una soluzione per bypassare Lampedusa, quest’uscita, da parte di un militante del mio stesso partito, è veramente irrispettosa. Chiedo al ministro Salvini di intervenire. E anche subito. E lo faccia in difesa dell’isola e di questa popolazione che da 30 anni continua, con il suo grande cuore, a dare".
Ah ecco, lo stupore: come se il DNA della Lega fosse da sempre impregnato di solidarietà fra i popoli…?
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