Ambiente Diritti Uguaglianza

Giornata mondiale della Poesia

La poesia, scrisse Franco Loi, “è un movimento che attraversa” l’essere umano. La sua funzione è quella di operare su sé stess* e rivelare l’essere, squadernare i confini e trasformare la soggettività in un valore universale, in un exemplum che possa adattarsi alle esperienze dell’umanità intera.

Anche in politica, la poesia è necessaria e se ne sente la mancanza, in una contemporaneità che la ignora, la rinnega e la svilisce. Perché la poesia è strumento di conoscenza, di analisi, di proposta costruttiva e lungimirante; è strumento di coscientizzazione, è un mezzo che può essere utilizzato per far maturare coscienza e consapevolezza al nostro essere. Non è puro esercizio sterile, non è inutile tempo dei letterati e dei professoroni.

La poesia nasce come condivisione, racconto, memoria, come veicolo di trasmissione di valori condivisi e contrattati; la stessa letteratura, non solo occidentale, inizia con opere epiche in forma poetica; perché la poesia si sposa con la musica, con il ritmo, con la melodia. Ed aiuta a non svilire le parole, a potenziarle, a dare loro un significato più efficace e autorevole. La poesia è cultura, e come tale andrebbe riconsiderata necessaria anche in chiave politica, per rinforzare la tenuta sociale e civile.

La poesia è qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere” ha scritto Marina Cvetaeva: è un’azione politica, un progetto su quello che decidiamo di essere, per noi e per l’alterità, in ogni spazio di vita e di impegno.

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