Il 16 marzo è la Giornata mondiale del Servizio sociale, un giorno dedicato al riconoscimento del ruolo fondamentale che hanno le e gli assistenti sociali nel sistema del welfare statale. Ogni persona, in ogni contesto societario, più o meno vasto, è legata a ogni altra persona da rapporti e legami, indispensabili per il benessere, la salute e la qualità della vita: senza una rete di legami ogni individuo è più solo, fragile e vulnerabile.
E la questione non riguarda solo la sua individualità ma tutta la società, perché come scrisse John Donne, nessuno è un’isola. La figura dell’assistente sociale, in questo quadro, è basilare e sostanziale, perché diventa ponte e collegamento tra le fragilità, le marginalità, le vulnerabilità e l’apparato amministrativo pubblico, il cui compito primario dovrebbe sempre esser quello di garantire aiuto, assistenza e supporto a ogni cittadina e cittadino, al di là di ogni condizione personale. Proprio per questo, l’assistente sociale deve essere messo nella condizione di poter operare con efficacia e adeguatezza, contribuendo a creare per ogni persona in difficoltà dei percorsi di supporto e sostegno che possano permettere di ritrovare un’autonomia e un’autosufficienza in ogni settore della vita, superando le difficoltà.
Mai come in questo momento, la figura dell’assistente sociale è necessaria e fondamentale; si rende essenziale che le istituzioni non abbandonino le operatrici e gli operatori del settore ma li supportino concretamente affinché siano realizzate le condizioni di equità, per ogni cittadina e cittadino, previste dalla nostra Carta costituzionale.