In questo anno così strano e difficile risulterebbe stucchevole, se non fastidioso, il consueto rituale degli auguri.Meglio quindi pensare a come vogliamo agire per fare in modo che queste feste e che questo #2021 che verrà siano migliori di questo disastroso #2020 che si va concludendo.
Le #parole d’ordine che vengono in mente sono:
#Resistenza: contro tutte le avversità che ci hanno investito, contro le derive populiste, contro l’aumentare delle disuguaglianze e della nuova povertà.
#Resilienza: per sopportare i mesi passati e quelli futuri, che purtroppo saranno ancora molto difficili.
#Coraggio: di accettare che il modo di vivere che fino a ieri davamo per scontato domani non sarà più. E coraggio nell’inventare un nuovo modo di convivere più giusto.
#Serenità: che speriamo tutti noi possiamo riassaporare al più presto; ricordandoci magari che per molti nel mondo è utopia e che almeno tutto questo ci abbia insegnato un minimo l’empatia verso gli altri.
Le monde est à nous: che non significa possesso e sfruttamento, ma che tocca a noi prendercene cura. Nella speranza che tutto ciò che ci ha segnato negli ultimi mesi ci faccia capire che da soli non si va lontani, ma che solo attraverso una comunità che mette al primo posto: equità, solidarietà, rispetto per i propri simili e per il #Mondo che ci ospita potremo uscirne meglio.A ben vedere, forse, questi sono i migliori auguri che si possano fare.
Immagine tratta dal film “La Haine”, scritto e diretto da Mathieu Kassovitz, 1995