Ambiente Diritti Uguaglianza

CS Se tu dai un emendamento a me, io poi…

In una Regione devastata dagli scandali, dalle infiltrazioni mafiose, paralizzata dall’esercizio provvisorio la “quadra” ricercata sta nella nella formula dell’ “emendamento di scambio”. La ex maggioranza ha stravolto il suo stesso Defr, il documento di programmazione finanziaria, con una miriade di emendamenti dei quali non conosce nemmeno bene la portata totale. Ognuno ha fatto i suoi conti zoppicanti: si spostano 10, 50, 500 milioni, boh, chi lo sa? Che importa? Le controparti, in buona sostanza la Lega e i suoi satelliti, puntano a far approvare il loro “emendamento chiave”, magari per giustificare, a quel punto, un voto favorevole per il bilancio… con ritorno alle urne subito dopo? Mah…

Chiariamo, il bilancio è il punto cruciale di ogni amministrazione, sono soldi pubblici e chi governa decide come spenderli. Chi sta all’opposizione propone emendamenti, che se vengono accolti e votati passano, altrimenti no. Almeno questo è ciò che succede in un mondo vagamente normale. In Valle d’Aosta, A.D. 2020, gli emendamenti sono merce di scambio.
S’ode a destra uno squillo di tromba: “Siamo disperati, se andiamo a votare non ci vota nessuno, proponete un bel pacchetto di emendamenti, ve li votiamo e poi, di rimando, voi ci votate il bilancio”. A stradestra risponde uno squillo: “Facciamo il mega emendamento, (Odg: “Chiù pilu per tutti”), vestiamoci da salvatori della Petite Patrie e, al prossimo giro, becchiamo 14 consiglieri”.

È la stessa miserabile logica della sopravvivenza politica, del cavalcare l’onda per non affogare. E’ la notte dei lunghi coltelli per ottenere posizioni di prestigio e per preparare una campagna elettorale che permetta il consolidamento delle rendite di posizione. Anche oggi del “bene” della Valle d’Aosta se ne occuperanno domani.

Insomma, consiglieri di maggioranza, approvate il bilancio con i 18 voti che avete e, un secondo dopo, firmate le dimissioni.

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