Ambiente Diritti Uguaglianza

No alla devastazione del Vallone di Cime Bianche

Prima di discutere il bilancio della Regione, bisogna votare il DEFR, il documento più politico, quello che indica gli obiettivi che la maggioranza perseguirà nei prossimi anni e che immagina la Valle d’Aosta del futuro. Non è opportuno che un Consiglio, di fatto delegittimato dall’inquinamento del voto mafioso, impegni la comunità valdostana in chissà quali grandi progetti.
Tra questi c’è una nuova grande opera, quella che potremmo definire “il TAV de No-s-âtres”, la mega funivia Ayas/Cervinia.

Lo ritroviamo a pagina 100 del DEFR: 

“Sulla base degli studi effettuati nel primo semestre del 2019, si intende dar corso alla fase di progettazione preliminare del collegamento tra i comprensori di Cervinia e Monterosa. Creazione del terzo comprensorio più grande al mondo, creazione di un contesto di attrattività turistica a livello mondiale con ricadute significative sulla frequentazione della Valle d’Aosta. Risposta attiva ai cambiamenti climatici”.

ADU proporrà un emendamento per cancellare dalla programmazione regionale questo folle progetto. Perché la montagna non può essere ridotta a Luna Park delle città, perché il Vallone di Cime Bianche è un luogo unico, tutelato anche a livello europeo, perché chiedete un po’ in giro se qualcuno sa quale sia il primo comprensorio più grande al mondo, perché le tasse dei cittadini vanno utilizzate meglio, perché di grandi opere come l’aeroporto ne abbiamo abbastanza.

“Risposta attiva ai cambiamenti climatici” vuol dire ridurre lo sfruttamento, anche energetico, del pianeta e non aumentarlo. Non vuol dire cercare di salire sempre più in alto, per cercare di sciare. 

Questa follia va fermata qui e ora. Una volta avviata la macchina amministrativa e quella del business, sappiamo che è difficile stopparla. Non si tratta di capire se il collegamento intervallivo Cime Bianche sia fattibile, ma se sia opportuno e sostenibile per l’ambiente e la nostra economia. La risposta la conosciamo già. Fare finta del contrario vuol dire avvallare il solito giustificazionismo alla base di devastazioni già viste.

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