Con la scellerata approvazione del decreto sicurezza bis galoppiamo sempre più velocemente verso il baratro della democrazia.
Cosa ne pensino i leghisti e i loro satelliti è noto e sempre più irricevibile nella gravità delle disumane posizioni a cui la storia stessa presenterà presto il conto, ma che i 5stelle – anche attraverso la deputata Tripodi – abbiano votato questo ennesimo obbrobrio giuridico, questa arma di distrazione di massa (si dà in pasto ai bassi istinti popolari la maschia risposta alle odiate ONG per nascondere il vero obiettivo, economico tanto per cambiare, di soffocare i movimenti di protesta, primo fra tutti il No-Tav), dà la misura dello snaturamento del movimento dove si nascondono i veri kapó di Salvini.
“Segui i piccioli”, diceva Falcone, e infatti gli inesistenti problemi di sicurezza o addirittura di “invasione” – puniti con pene detentive per i capitani delle navi e con pene pecuniarie assurde che costeranno migliaia di vite, il cui sangue sporcherà le mani di coloro che hanno votato questa legge fascista – fanno da cortina per il vero obiettivo, cioè mettere fine, in maniera cruenta, a 25 anni di protesta per un’opera inutile e dannosa: non a caso un articolo è “dedicato” a punire chi dissente, a vietare anche le protezioni per difesa e tutto potrà essere facilmente definito oltraggio.
Anche l’astensione del senatore Lanièce, eletto con i voti del PD, ci pare grave. In un articolo pubblicato oggi sul Corriere dell’Alto Adige, si riportano le posizioni di Dieter Steger e di Meinhard Durnwander (Svp): “Non è il nostro governo – spiega il senatore Steger – ma ci sono segnali sull’ordine pubblico. In Alto Adige come in tutto il Paese c’è una richiesta crescente di sicurezza. Certo non tutta la proposta è condivisibile in toto, ma ci sono segnali che paiono andare nella direzione di dare risposte”. L’articolo poi precisa che questi sono “punti di vista condivisi nello stesso gruppo da Albert Lanièce, rappresentante della Union Valdôtaine”.
Si tratta indubbiamente di un segnale di rilevante apertura politica su un tema delicatissimo, quello della pseudo sicurezza costruita ad arte sulla pelle degli ultimi, linea di celodurismo che sembrerebbe quindi pericolosamente condivisa dall’attuale maggioranza regionale oltreché da buona parte della minoranza, sempre più nazionalizzate negli aspetti deteriori e troppo bui.