Ambiente Diritti Uguaglianza

Comunicato stampa 6 luglio

Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, il 29 aprile 2019 era in piazza a Milano per un’adunata neofascista, non autorizzata e quindi illegale, con Casa Pound, Forza nuova e Lealtà e azione. 
Ieri, sabato 5 luglio, era ad Aosta con Emily Rini e Antonio Fosson, i quali si sono dichiarati onorati per la visita. 
Ma onorati per cosa? 
L’incontro con un parlamentare europeo che, oltre ad essere membro di alcune commissioni, non ha alcuna carica di rappresentanza istituzionale 
ha evidentemente un significato politico, che fa riflettere sull’ambiguità e la confusione dell’attuale maggioranza regionale. 
Da un lato, si fa un accordo con i civici di Elio Riccarand che, in passato almeno, si dichiarava di sinistra. 
Dall’altro, si scavalca a destra la Lega di Salvini. 
Un bruttissimo segnale, che ci conferma come la cultura della peggiore destra, purtroppo, sia penetrata come un virus sia nella maggioranza sia nell’opposizione regionale. 
È piuttosto imbarazzante, poi, assistere alla reazione, alla visita di Fidanza, da parte del consigliere Stefano Aggravi che invoca l’antifascismo (per lo meno quello chiaro e noto della consigliera Daria Pulz) senza 
essersi accorto di militare e di portare ogni giorno acqua al mulino di un partito, la Lega, che va esattamente nella direzione opposta, 
facendo a gara con formazioni come Fratelli d’Italia nel titillare i peggiori istinti razzisti, sessisti e nazionalisti degli italiani. 
Ma non è mai troppo tardi per ammettere i propri errori. Attendiamogli sviluppi. 
Magari poi se lo stesso Aggravi o qualcun altro riuscirà anche a spiegare a Diego Lucianaz il confine, che nella Lega è sconosciuto, tra ignoranza e sessismo tanto meglio.
E spiace per i consiglieri di Rete Civica, Chiara Minelli e Alberto Bertin, convinti, nella loro infinita presunzione, di poter governare con chi ha certe frequentazioni. 
Anche in questo caso, ci auguriamo che ci sia una seria riflessione:
la logica secondo cui il nemico del mio nemico è mio amico, in politica, porta spesso a brutte, bruttissime sorprese.

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