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CS Sul presente del consiglio regionale

La situazione è la seguente: abbiamo un Consiglio regionale in prorogatio e una Giunta regionale in gestione ordinaria. I poteri limitati del Consiglio si riflettono sulla Giunta anche in termini di impossibilità da parte del primo, cui spetta la nomina degli assessori su proposta del Presidente, di superare i numerosi interim in capo al Presidente medesimo.

Questa situazione potrebbe non risolversi nei tempi previsti dalla legge regionale 3/1993: non è affatto sicuro, infatti, che le elezioni potranno tenersi entro 90 giorni dallo scioglimento del consiglio Regionale.

Ciò ha importanti riflessi sulla possibilità del Presidente-Prefetto, e della Giunta tutta, di occuparsi con la massima efficacia dell’emergenza in corso.

Condividiamo, a questo riguardo, le sollecitazioni pervenute dal prof. Louvin: è necessario che, in questo delicato momento, gli organi regionali possano disporre di tutti gli strumenti per fare fronte all’emergenza.

Ciò non significa, a nostro giudizio, evocare soluzioni da stato di emergenza, con una concentrazione di poteri sull’esecutivo. Al contrario, occorre ragionare seriamente su una via di uscita temporanea che mantenga la centralità del ruolo dell’assemblea legislativa. Al di là delle divergenze politiche, non possiamo accettare le critiche qualunquiste al predetto organo: nei momenti di emergenza tutti devono fare il massimo, e ciò vale soprattutto per le Istituzioni, che si devono mettere al servizio dei cittadini con tutti gli strumenti di cui dispongono.

Per questo chiediamo al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio di attivarsi affinché sia portata all’attenzione dello Stato la specifica situazione della Valle d’Aosta. L’obiettivo dovrebbe essere quello di concordare con lo Stato, su un piano di proficua collaborazione per la gestione dell’emergenza, un rinvio in autunno delle elezioni regionali, prevedendo che, in deroga alla disciplina vigente sullo scioglimento dei consigli, il consiglio regionale torni a poter svolgere sue funzioni fino alla cessazione dello stato di emergenza.

Questa soluzione è, a nostro avviso, percorribile proprio in considerazione del fatto che, ai sensi della l.r. 21/2007, le elezioni regionali dovrebbero svolgersi entro novanta giorni dal decreto di scioglimento del consiglio: è infatti evidente che la prorogatio – con possibilità per il Presidente della Regione, per la Giunta regionale e per il Consiglio regionale di continuare ad agire solo per l’ordinaria amministrazione, salva l’adozione degli atti indifferibili ed urgenti – è un istituto per sua natura temporanea, ed evidentemente connessa ad una situazione non emergenziale che consenta di individuare con certezza i tempi per il rinnovo degli organi cessati.

Ciò non può dirsi per la situazione attuale: poiché oggi è la possibilità stessa di garantire lo svolgimento delle elezioni ad essere messa in discussione dallo stato di emergenza sanitaria, ragionare su una sospensione concordata con lo Stato degli effetti della prorogatio, insieme a uno spostamento in avanti del termine delle elezioni, da fissare in un periodo in cui ragionevolmente si può ipotizzare l’avvenuto superamento dell’emergenza, ci pare assolutamente legittimo e soprattutto necessario.

Certamente occorrerà individuare una data a partire dalla quale il regime della prorogatio dovrà tornare ad operare: se le elezioni fossero spostate in autunno, si potrebbe ad esempio ipotizzare una decorrenza a partire dal sessantesimo giorno antecedente alla data di indizione. Sperando che l’emergenza possa essere superata entro il mese di giugno, ciò consentirebbe alla Giunta di dare attuazione a tutte le misure approvate dal Consiglio per dare sostegno alle persone e alle imprese per un periodo minimo successivo alla fine stessa dell’emergenza sanitaria. È infatti evidente che, cessata l’emergenza sanitaria, non sarà ancora cessata l’emergenza economica e sociale cui sarà necessario dare risposte immediate ed efficaci.

Naturalmente, il presupposto per un percorso del genere, da attivare senza velleitarismi localistici e nell’ottica di una “alta” collaborazione con tutti i livelli istituzionali, è che tutte le forze politiche regionali, di maggioranza e di opposizione, assumano su di sé tutta la responsabilità del delicato momento che la nostra Regione, come l’Italia intera, si trova ad affrontare. Il che significa che le Istituzioni dovranno tornare ad essere garanzia di serietà e collaborazione, mettendo da parte, per qualche mese, i piccoli interessi da campagna elettorale.

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