«È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia.» Così sentenziava il senatore Pillon solo due giorni fa.
E poi arriva la notizia che Samantha Cristoforetti, nel suo secondo viaggio intorno all’orbita terrestre, sarà la prima donna europea a prendere il comando della Stazione spaziale internazionale: ecco come si sgretolano quell’insopportabile credenza e l’arretrata convinzione portate avanti strenuamente da frange irriducibili di retrogradi maschilisti e macisti.
Al di là della notizia che conquista le prime pagine (e ci sarebbe da chiedersi perché dovrebbero essere relegate all’ambito dello straordinario), ricondurre e limitare le capacità femminili a ruoli di genere imposti da una cultura patriarcale, senza nulla togliere ai lavori accudimento, fondamentali nella nostra società ma non riconducibili unicamente a un genere esclusivo, significa sacrificare le peculiarità dell’individuo, che è valido in quanto se stesso, coi suoi talenti e i suoi potenziali, tutti da assecondare e coltivare.
È surreale osservare il raggiungimento di tali traguardi dalla Valle d’Aosta, che si appresta ad avere nuovamente una giunta composta da soli uomini, in cui due uniche donne elette della maggioranza sono trattate con supponenza e vengono classificate come “quelle che hanno reazioni emotive”, perché sono fedeli al patto con l’elettorato. Supportare le potenzialità dell’individuo indipendentemente dal genere significa anche mettere tutti nelle medesime condizioni perché queste si possano manifestare. Ora come non mai è necessario che arrivi la spinta perché le cose possano cambiare. E chissà che da lassù, dalla cupola della stazione orbitante, qualcuno intravvederà uno spiraglio di luce anche per la Valle d’Aosta.
Foto: © ESA/NASA, CC BY-SA 3.0 IGO